La Regione lavora per ridurre il gas serra

Guidare il territorio piemontese in un percorso organico e integrato, per ridurre le emissioni di gas serra e la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici, aumentando la loro resilienza di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici in corso.

La Regione lavora per ridurre il gas serra
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Guidare il territorio piemontese in un percorso organico e integrato, per ridurre le emissioni di gas serra e la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici, aumentando la loro resilienza di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici in corso.

Guidare il territorio piemontese in un percorso organico e integrato, per ridurre le emissioni di gas serra e la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici, aumentando la loro resilienza di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici in corso. È l’obiettivo della Strategia regionale sui cambiamenti climatici (SRCC), avviata dalla Regione Piemonte con il supporto scientifico dell’Arpa Piemonte, in seguito all’approvazione di una recente delibera della Giunta piemontese.

“È un cambio di passo nelle politiche ambientali che ci viene richiesto non solo dall’Unione Europea – dice l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – ma dall’esperienza quotidiana di ciascuno. Il cambiamento climatico è una realtà consolidata con la quale dobbiamo fare i conti, invertendo la rotta con interventi strategici e tempestivi”.

Con questa iniziativa la Regione dà attuazione agli indirizzi europei e nazionali sulle Strategie di sviluppo sostenibile e Adattamento al cambiamento climatico. Integra inoltre gli impegni già assunti per mitigare il cambiamento climatico, sottoscrivendo nel novembre 2015 il protocollo d’intesa “UNDER 2 MOU”, finalizzato ad impegnare i governi sub-nazionali su tale tema.

Attraverso le analisi dei dati di monitoraggio e le elaborazioni costantemente aggiornate dall’Arpa, è ormai evidente come il riscaldamento globale abbia determinato anche sul Piemonte effetti sulle temperature e cambiamenti nel regime delle precipitazioni, sia sulla variabilità interannuale e gli eventi estremi, sia sulle tendenze di più lungo periodo. Le temperature massime sono aumentate di quasi 2°C in 60 anni, in modo più marcato nelle zone montane e, negli ultimi 10-15 anni,  si continuano a registrare anni record con temperature elevate enfatizzate da ondate di calore anomalo estivo di particolare intensità ed inverni miti. Le conseguenze sul territorio regionale sono spesso sulle pagine dei giornali: dagli effetti sulla salute per le ondate di calore, a lunghi periodi caratterizzati da incendi boschivi di particolare intensità, a condizioni di siccità alternate a eventi di precipitazione intensa, alla degradazione del permafrost con l’aumento dei fenomeni franosi, alla riduzione della copertura nevosa.

Questi cambiamenti sono in linea con quanto si sta verificando a livello globale: il rapporto di sintesi “Climate Change 2014”, pubblicato nel 2015 dal Panel intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC) dell’ONU, dimostra in modo inequivocabile l’esistenza del fenomeno del riscaldamento globale e gli impatti sulle altre componenti del sistema climatico. La temperatura media globale è aumentata di 0,85 °C dal 1880, con un aumento di 0,12 °C/decennio nel periodo 1951-2012. Gli ultimi anni, che hanno segnato dei record via via successivi nella temperatura media, consentono di affermare che il riscaldamento globale, dal periodo pre-industriale, ha raggiunto 1°C e tenderà ad aumentare, anche con le migliori azioni di riduzione dei gas serra.  Il cambiamento climatico sta già causando una varietà di effetti negativi per la nostra salute, gli ecosistemi e l’economia e questi impatti tenderanno ad aggravarsi nei prossimi decenni.

Dare attuazione all’Accordo sul clima siglato a Parigi nel dicembre 2015, nel corso della 21ma Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC), e nello stesso tempo ridurre gli impatti negativi dei cambiamenti già in atto o inevitabili in un prossimo futuro, sono diventati temi centrali anche delle agende politiche regionali, contesti in cui le azioni di mitigazione e adattamento possono trovare efficacia e concretezza. La lotta al cambiamento climatico e ai suoi effetti sull’ambiente, la biodiversità e le condizioni di vita dei cittadini è uno dei 17 obiettivi del millennio su cui lavora l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che stabilisce un quadro globale per l’eliminazione della povertà e il conseguimento dello sviluppo sostenibile entro il 2030.

La Regione Piemonte si impegna quindi a riconoscere che la Strategia regionale sul cambiamento climatico incardina una delle principali azioni da mettere in atto per attuare sul proprio territorio la Strategia d’azione per lo sviluppo sostenibile. Per avviare su scala regionale l’attuazione verrà predisposto un documento di orientamento delle diverse politiche di piani e programmi di settore ad obiettivi strategici, volti ad incidere sia sulle cause, sia sugli effetti del cambiamento climatico. I modelli di azione della  green e circular economy rappresentano strumenti prioritari per il conseguimento degli obiettivi.

In considerazione, quindi, del necessario coinvolgimento di tutte le politiche di settore nella definizione della strategia,  sarà istituito un gruppo di lavoro tra le diverse direzioni regionali con il supporto scientifico di Arpa Piemonte.

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