Baby bulli picchiano un ragazzo

La vittima è stata trasportata in ospedale, i tre giovani finiscono nei guai.

Baby bulli picchiano un ragazzo
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Baby bulli picchiano un ragazzo di 15 anni con la mazza da baseball.  La vicenda è accaduta a Verolengo.

Baby bulli

Tre baby bulli hanno picchiato un loro coetaneo.  Tre giovanissimi decisi, spietati, capaci di attirare in trappola un loro coetaneo, colpevole di qualche commento su di una ragazzina, su Facebook, con l’intento di massacrarlo con una mazza da baseball. Quella del Capitano Junio Valerio Borghese, del teschio con la rosa in bocca, degli ultimi militari della Repubblica Sociale Italiana ad arrendersi dopo il 25 aprile del 1945.

I fatti

Tutto ha  avuto inizio nel pomeriggio di domenica 4 marzo, quando tutta Italia era stata chiamata al voto per eleggere il nuovo parlamento.  Loro sono troppo piccoli per votare, ma covano un rancore, una rabbia, una voglia di trasgredire. La stessa rabbia  che li ha recentemente fatti finire nei guai per altri episodi di cronaca avvenuti a Verolengo. Sugli smartphone corrono le foto di una ragazza, loro amica, e un altro «amico» si è lasciato andare a commenti che giudicano offensivi al punto da dover essere vendicati.
Uno di loro, a casa, trova una vecchia mazza di legno, appena più piccola di quelle da baseball.
Chiamano il ragazzino, gli danno appuntamento in via Trento, vicino alle scuole medie, la scusa è una chiacchierata e un pomeriggio di svago.

L'aggressione

Il ragazzo infatti si presenta, nemmeno immagina che la  propria vita sia a rischio. Quando lo vedono, i tre congiurati gli saltano addosso e iniziano a pestarlo con la mazza. Fortunatamente, però, proprio in quell’istante passa un agente di Polizia in borghese, che senza perdete tempo blocca l’aggressione e chiede l’intervento dei carabinieri di Verolengo, coordinati dai Marescialli Ajelli e Pane e dal Capitano Luca Giacolla, comandante della Compagnia di Chivasso.

La vittima

La vittima dell’aggressione finisce in ospedale (fortunatamente pochi i giorni di prognosi), mentre per i tre coetanei iniziano i guai con la Procura presso il tribunale dei minori. Dall’Arma bocche cucite, ma è chiaro che quanto successo non resterà impunito.

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