Padre non dà le medicine, il figlio perde l'occhio

Il tribunale ha già condannato l'uomo.

Padre non dà le medicine, il figlio perde l'occhio
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Padre non dà le medicine, il figlio perde l'occhio. Questa è la triste storie che mamma Cristina di Chivasso ha deciso di raccontare per dare forza a tutte le donne che stanno vivendo una separazione difficile.

Padre non dà le medicine, il figlio perde l'occhio

La vita di Cristina, una donna oggi quasi alla soglia dei 40 anni, e dei suoi due figli è stata per molto tempo un inferno. Un inferno che certamente non è finito. Che va avanti tra problemi di salute, economici e udienze in tribunale. Una situazione alla quale la donna e i figli minorenni riescono a sopravvivere solo grazie all’amore che provano l’uno per gli altri. E martedì scorso hanno avuto la loro prima vittoria. Seppur amara. La condanna di un padre che non li vuole più, una condanna pesante. Ma andiamo con ordine. Il tutto nasce dalle continue liti tra Cristina e suo marito, oggi ex. Tredici anni di matrimonio dal quale sono nati questi due figli. Poi, la scelta di separarsi. E da lì, il dramma. Un dramma che ha portato un papà a non curare il figlio che ha perso la vista a sette anni.

La scelta di separarsi e le prime battaglie

«Subito dopo la nascita del secondo figlio il nostro rapporto è entrato in crisi - racconta - da qui la scelta di separarci. In quel periodo ho scoperto un uomo violento e aggressivo. Per questo ho sporto più volte denuncia ai carabinieri. Da quel momento il mio ex marito, lavoratore dipendente di una nota ditta di trasporti, ha dimostrato con i fatti un totale disinteressamento per i nostri figli per la loro salute sia fisica che psicologica. Ha anche più volte disatteso i provvedimenti del Tribunale. Non si presentava alle visite padre e figlio. Tutto questo naturalmente ha creato molta sofferenza ai miei figli». Delusione, tanta delusione quella che soprattutto il figlio minore di Cristina ha vissuto in questi anni. Un bimbo che non vede più il papà dal dicembre 2016. La figlia primogenita, invece, non lo incontra addirittura più dal dicembre 2015 «Perché lui temeva che mettesse a rischio la relazione con la sua nuova compagna». «Il mio ex ha detto - racconta ancora la mamma - che sia lui che i nonni paterni non volevano più incontrare i miei figli. Questo ha creato un grande choc per loro, che sono seguiti anche da uno psicologo dell’Asl To 4».

Il bimbo cieco da un occhio

Ma forse l’episodio più grave di tutta questa situazione è quello che si è verificato nell’aprile 2016. «Il più piccolo - spiega con gli occhi lucidi - è tornato a casa da un incontro con il padre con un occhio rosso. Ho pensato fosse congiuntivite, così sono andata in farmacia. Ho messo il prodotto che mi era stato consigliato ma dopo un paio di giorni mi sono rivolta alla pediatra perché la situazione non migliorava. Anzi. Lei mi ha consigliato di portare mio figlio all’Oftalmico di Torino dove gli è stato diagnosticato un edema corneale - cheratite. Qui ci hanno indicato una terapia da seguire ma suo padre si è rifiutato di somministrargliela. Diceva che fosse una semplice congiuntivite. Si è sempre rifiutato, persino con i servizi sociali, di somministrargliela non presentandosi mai a nessuna visita né a Milano né a Torino. Peccato che oggi mio figlio abbia perso la vista dall’occhio destro. Adesso stiamo aspettando di sottoporlo ad un trapianto corneale all’ospedale San Raffaele di Milano».
Il piccolo che frequenta la scuola primaria a Chivasso ora è in attesa di questa operazione con la speranza di riottenere la vista.

Un mutuo impossibile da pagare

Un inferno il loro dove oltre al totale disinteressamento del papà e ai problemi di salute, si sommano anche quelli economici.
«Da quando ha lasciato la nostra casa - spiega ancora la donna - non ha più pagato il mutuo, non versava le somme dovute e neppure sosteneva le spese mediche. Così mi sono ritrovata con un mutuo da pagare, due figli da mantenere. Ma l’ho sempre fatto. L’ho fatto per dare un senso alla loro vita, perché non volevo compromettere maggiormente la loro esistenza. Già gli venivano negate le gite, le attività sportive e tutto il resto perché il papà non dava il consenso. Ma poi, quando la situazione di salute del mio secondo figlio si è aggravata ho dovuto comunicare alla banca che non sarei più riuscita a pagare il mutuo. Speravo nella sospensione ma nulla. Il mio ex marito, cointestatario del mutuo, non ha firmato. E ora rischio di perdere la casa».

In tribunale

«Oggi, grazie al lavoro dello studio Ambrosio&Commodo, e più precisamente all’avvocato Sara Commodo, ho ottenuto l’affido super esclusivo rafforzato dei miei figli. Un affidamento molto speciale e insolito in Piemonte per il quale ho lottato con il mio legale. Martedì 5 giugno, poi, è stato condannato per l’articolo 570 e 570 bis del codice penale (violazione degli obblighi di assistenza). Questa volta ero difesa dall’avvocato Alessandra Torreri, sempre dello studio Ambrosio&Commodo. Senza demordere ho lottato per vederlo condannare. La condanna è di due mesi di reclusione con la condizionale (se fosse recidivo si aprirebbero le porte del carcere) e dovrà rimborsare le spese legali, i danni morali, le spese arretrate e il mantenimento».

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