Dopo l'ennesima vittima servono fatti per il canale Cimena

Il nascente comitato per la messa in sicurezza è fermo, Castiglione resta "sorda", Gassino prova a lavorarci su.

Dopo l'ennesima vittima servono fatti per il canale Cimena
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Dopo l'ennesima vittima servono fatti per il canale Cimena.

L'ultima tragedia

E' stata Marisa Capuzzo l'ultima vittima delle acque del canale. Tre settimane prima, era il 6 luglio, un altra persona, Gabriele Marchese, ha trovato la morte nello stesso posto. In tre settimane sembrava, almeno inizialmente, che qualcosa stesse per muoversi, ma erano solo apparenze.

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Il comitato "abortito"

Erano cominciati i lavori per la nascita del comitato per la messa in sicurezza del canale. Iniziativa lanciata dal sanmaurese Bruno Bonino e dal consigliere di Castiglione Antonio Serlenga, naufragato ancora prima di essere lanciato. L’aborto di un progetto dai tanti buoni propositi è arrivato appena qualche giorno dopo aver lanciato l’iniziativa sui social. Un entusiasmo che si è spento in fretta quindi, nonostante l’intento nobile di sensibilizzare le amministrazioni, convincendole a intervenire proprio come - ormai alcuni anni fa - aveva fatto San Mauro nel tratto di sua competenza. Un modello che non sembra essere spunto per i sindaci di Castiglione e di Gassino, finora sordi sul tema.
Sebbene il comitato avesse richiesto un primo incontro con Enel, proprietaria del corso d’acqua, la sua attività è attualmente sospesa. Tutto riprenderà a settembre a mente lucida.

Castiglione e Gassino... Tanti progetti, mancano i fatti

Intanto le morti tra le acque del canale continuano, tristemente. C’è chi sostiene che parlarne sia mera strumentalizzazione politica (della serie: «Tanto se deve capitare, capita comunque») che si intensificherà nei prossimi mesi quando entrambi i Comuni andranno al voto. C’è da scommetterci, dunque, che il tema diventerà una delle grandi promesse elettorali, allora in quel caso sì che la questione correrà il rischio di essere strumento politico per attirare più voti.
Al centro dell’attenzione, comunque, il lavoro dei sindaci Paolo Cugini e Roberto Pignatta. Se il primo cittadino di Gassino sembra comunque intenzionato a intervenire, nonostante le lungaggini burocratiche, il sindaco di Castiglione invece non si dimostra in alcun modo interessato al tema.

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Le condizioni del canale e gli scarsi sistemi di protezione
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Le condizioni del canale e gli scarsi sistemi di protezione

Le condizioni del canale e gli scarsi sistemi di protezione

Il sindaco Pignatta resta "sordo"

Nessun progetto, nemmeno una bozza, è prevista tra i programmi della Giunta castiglionese in merito al canale. I fondi, stanziati in bilanci precedenti, per la realizzazione di piste ciclabili furono destinati alla sistemazione di Corona Verde. L’ipotesi avrebbe potuto essere invece la creazione di un percorso ciclopedonale che si collegasse con quanto realizzato dalla vicina San Mauro proprio su una delle due sponde del canale Cimena.

Il primo cittadino Cugini al lavoro con Enel

Diversa invece la posizione di Gassino, dove - almeno sulla carta - i progetti per la messa in sicurezza esistono. Il sindaco Cugini infatti ha intavolato alcune ipotesi direttamente con Enel che sembra essersi dimostrata disponibile a concedere una delle due sponde per la realizzazione di una pista ciclabile. Progetto inserito nel bando regionale per le piste ciclabili, al fine di ottenere il finanziamento - o almeno una parte - degli 800mila euro necessari per la realizzazione dell’opera. Due mesi fa, inoltre, in Consiglio comunale è stata discussa una bozza di variante al Piano Regolatore.

I casi precedenti

Non è la prima volta che il canale si trova al centro dell'attenzione. I cittadini e i residenti della zona infatti sono ormai esasperati, anche se alcuni credono che qualsiasi progetto non sarebbe sufficiente per mettere la parola fine alla lunga scia di morti.

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