A Settimo, la Lega non applaude per la Segre

Scoppia  l’ennesimo caso politico.

A Settimo, la Lega non applaude per la Segre
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La Lega non applaude per la Segre: e scoppia  l’ennesimo caso politico. E' accaduto a Settimo Torinese nella sala consiliare.

La Lega non applaude per la Segre

I due giovani consiglieri leghisti Antonio Borrini e Manolo Maugeri non applaudono a Liliana Segre e tra le fila della politica locale scoppia l’ennesimo caso.
Tutto è successo nell’arco di pochi minuti, domenica mattina, quando la sala consiliare Giovanni Ossola era gremita di giovani e famiglie per la consegna della Costituzione ai diciottenni residenti in Città.

L’antefatto

A scatenare la “reazione”, o per meglio dire la “non reazione” dei due giovani eletti in opposizione è stato un passaggio dell’intervento che Elena Piastra ha rivolto ai giovani.
«La vostra generazione - ha detto la sindaca - si trova di fronte a sfide che la mia non ha affrontato, voi oggi dovete essere più bravi di noi. Dovrete essere capaci di negare il vostro consenso, di dire “No, questo non va bene”, anche se non è facile».
«Sappiate negare il vostro consenso. Il mio personale negare il consenso - ha sottolineato -, e me ne assumo la responsabilità politica, è dire che non è possibile che una persona che a 13 anni è entrata in un campo di concentramento abbia oggi bisogno della scorta perché minacciata di morte».

Gli applausi

Il riferimento a Liliana Segre, da pochi giorni sotto scorta per le numerose minacce di morte ricevute ogni giorno, ha scatenato la reazione di solidarietà dell’intera sala consiliare. Un applauso lungo che, però, non ha coinvolto i due giovani consiglieri. Tra i banchi del Consiglio comunale, così come tra le sedute del pubblico, se ne sono accorti in molti. E così, anche dai banchi della giunta, è partita qualche occhiataccia rivolta ai due consiglieri. Senza, però, ottenere alcun risultato, perché nei successivi riferimenti alla Segre, i due giovani consiglieri hanno continuato a non applaudire.

La “difesa”

Il caso esploso domenica mattina, evidentemente, ha avuto una quasi immediata risonanza sui social, come tipico della politica di oggi. Ed è stato proprio Borrini, uno dei due leghisti, a mettere nero su bianco il suo pensiero su quanto accaduto. Senza però, fare esplicito riferimento al mancato applauso. Piuttosto, invece, si è pronunciato sui contenuti degli interventi.
«Un’altra occasione persa», la definisce. «Durante la cerimonia della consegna della Costituzione del tricolore - scrive - i soliti boriosi intellettuali sinistroidi spostano il vero focus dell’incontro verso il proselitismo più accanito e l’insofferenza per chi non la pensa come loro usando l’incontro per mera campagna elettorale».
«Accoglienza, immigrazione, i porti aperti e la solita sicumera supponente rivolta in maniera poco velata a chi ha idee contrapposte. Ricordiamoci Auschwitz ma non Basovizza, i morti di Bergen-Belsen ma non la tragedia istriana, la solita serie A e serie B». «Trovo scandaloso - conclude - che una persona come Liliana Segre debba andare in giro con la scorta, ma altresì trovo vergognoso che non susciti la stessa indignazione l’assordante silenzio che si sente verso persone minacciate quotidianamente che però appartengono a un orientamento politico diverso dal loro».

Il commento di Maugeri

A non applaudire, come detto, anche Manolo Maugeri che - tra le fila del parlamentino - riveste anche il ruolo di vicario del Presidente del Consiglio. A domanda secca, non nega la risposta sulla scelta che ha condiviso con il collega di banco.
«Semplicemente non ho applaudito perché secondo me un momento così importante come quello di domenica mattina è stato utilizzato per fare strumentalizzazione politica».
«In che senso? La figura di Liliana Segre è stata sfruttata per parlare di politica quando, invece, l’attenzione avrebbe dovuto essere concentrata tutta sulla Costituzione e sui suoi valori». «E invece , soprattutto quando si è affrontato il tema dei “muri” è stato evidente un certo attacco politico».
«Io non contesto la Segre»
«Non contesto in alcun modo Liliana Segre - sottolinea ancora Maugeri -, penso sia un fatto veramente grave che lei debba avere la scorta, ci mancherebbe altro. C’è però un odio che riguarda anche per persone che non fanno parte di una certa fazione politica, di questo però non si parla mai: nonostante in occasioni come queste si predichi sempre il rispetto della libertà e della dignità di tutti».

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