La Città Metropolitana dice sì all'impianto biogas a Rondissone

La decisione è arrivata ieri, mercoledì 12 dicembre 2018.

La Città Metropolitana dice sì all'impianto biogas a Rondissone
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La Città Metropolitana dice sì all'impianto biogas a Rondissone. La decisione è arrivata ieri, mercoledì 12 dicembre 2018.

Sì all'impianto biogas a Rondissone

E' notizia di ieri, mercoledì 12 dicembre la decisione della Città Metropolitana di autorizzare  un impianto di produzione di biometano e di compost per rifiuti organici e altre biomasse a Rondissone. La decisione arriva dopo mesi di esame da parte dei tecnici dell'ente.

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Le caratteristiche

L’impianto potrà accogliere e trattare ogni anno 30.000 tonnellate di materiale in ingresso. La produzione di biometano che verrà immesso in rete sarà pari a circa 300 Nm3 l’ora(Normal metro cubo è l’unità di misura del volume utilizzata per i gas, in condizioni “normali”, ossia alla pressione atmosferica e alla temperatura di 0° centigradi). Il compost verrà invece commercializzato come ammendante.

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Le parole del Consigliere

“La Ferplant, - sottolinea la Consigliere metropolitana delegata all’Ambiente, Barbara Azzarà - ha ottemperato alle osservazioni e alle relative richieste di integrazione emerse durante la conferenza dei servizi. Sono pervenute numerose osservazioni da parte di cittadini e sono state prodotte alcune controdeduzioni, affrontate nell'ultima seduta della conferenza e riprese nel provvedimento finale”.
Per la mitigazione degli impatti potenzialmente derivanti dal progetto sono stati individuati dalla Ferplantsrl e dalla conferenza dei servizi specifici accorgimenti tecnici e gestionali, fermo restando l'obbligo per la società proponente di una corretta realizzazione e gestione dello stabilimento.
“Nel provvedimento di compatibilità ambientale, - precisa la Consigliera Azzarà - sono stati previsti specifici monitoraggi ambientali sulle acque superficiali e sotterranee, sulla qualità dell'aria, sugli odori e sul rumore, da realizzare prima e dopo la realizzazione dell’impianto. Altri controlli verranno dettagliati in sede di rilascio dell’Autorizzazione Unica prevista dall’articolo 12 del Decreto legislativo 387 del 2003”.

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Commenti
ranalli giuseppina

Sono i 4,7 miliardi di euro in favore del biometano che fanno gola alle società. Senza gli incentivi nessuno realizza questa tipologia di impianti. Tale circostanza dovrebbe farci riflettere, e molto. Se, come raccontano, è tutto così interessante e meraviglioso: metano a gogò e pure ingenti quantitativi di “ottimo” ammendante o fertilizzante, perché nessuno si cimenta nell’impresa senza incentivi? La risposta è semplice: le rese sono talmente basse che il rischio di produrre meno energia di quella che si consuma per sostenere l’impianto è molto alto. Un vero e proprio attentato all’ambiente! Purtroppo il fallimento energetico è mascherato dagli incentivi. E’ sufficiente che la società produca bilanci energetici gonfiati nella parte produzione e minimizzati nella parte dei consumi, tanto per farsi approvare il progetto, e il gioco è fatto. Sul digestato, che sarebbe un ammendante/fertilizzante, sarebbe da aprire un intero volume di riflessione. Ricordo solo che il digestato è classificato rifiuto, l’UE per risolvere il problema (convertirlo cioè in fertilizzante) commissionò una ricerca (Progetto VAWALUE). La soluzione non è mai stata trovata e allora ecco che il problema irrisolto è stato riversato sugli Stati. Concludo ricordando che l’Italia, secondo il CEER (Council of European Energy Regulators) - un’agenzia europea, è lo stato europeo (e del mondo) che più incentiva le biomasse. Siamo i più furbi del Pianeta o i più irresponsabili?

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