Coach della Nazionale di basket a Livorno per Miriam

Coach della Nazionale di basket a Livorno per Miriam
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Il coach della Nazionale di basket femminile Marco Crespi a Livorno Ferraris per dare il bentornata sul campo a Miriam Malik, aggredita dal papà perché voleva vivere all'occidentale.

Coach della Nazionale di basket a Livorno per Miriam

Marco Crespi oggi, sabato 23 marzo 2019, è stato ospita della palestra di Livorno Ferraris. Il coach della Nazionale di basket femminile, infatti, è voluto esser presente per accogliere a braccia aperta Meryan Miriam Malik, giocatrice Adbt Livorno Ferraris che la scorsa settimana è stata vittima di un terribile incidente. Proprio lui ha voluto portare l'affetto del mondo sportivo regalandole anche la maglia della nazionale. Al palazzetto dello sport era presente anche la società per la quale gioca la giovane Miriam e le tante compagne di squadra e non e la Fip Piemonte rappresentata da Gianpaolo Mastromarco.

La sua colpa? Voleva solo vivere all'occidentale

La sua unica colpa è stata quella di voler vivere all’occidentale, come una qualsiasi altra ragazza. Meryan, infatti, sognava una vita diversa da quella che le sue coetanee sono costrette a vivere nella sua terra natale, il Marocco. E proprio per questo aveva deciso di farsi chiamare Miriam, la traduzione occidentale del suo nome. Scelte che però a suo papà non sono mai piaciute tanto da creare dei litigi all’interno della loro famiglia. L’ultimo, quello di venerdì 15 marzo, quando l’uomo, dopo una lite furiosa, ha cercato di investirla con l’auto proprio sotto l’abitazione di Livorno. Lei, infatti, dopo l’ennesimo litigio aveva abbandonato l’alloggio ma questa volta il padre l’ha inseguita non proprio con le migliori intenzioni.
Una situazione famigliare ormai nota da tempo in paese. Infatti, questa ragazza bella, brava nello sport, ben inserita nella vita di Livorno Ferraris, studentessa prima a Santhià e poi a Crescentino, dove si è diplomata, molto spesso non tornava a casa a dormire ma si fermava dalle amiche o dalle compagne di squadra. Voleva evitare il sorgere di nuove discussioni con il padre El Moustafa Hayan. Erano contrasti insanabili, un rapporto impossibile da recuperare tant’è che i carabinieri erano stati informati dei fatti.
Gli uomini dell’Arma, infatti, pochi giorni prima avevano convocato l’intera famiglia per cercare di porre fine a una situazione che per Miriam era diventata troppo pesante. Tutto inutile, però.
Venerdì pomeriggio il contrasto tra padre e figlia ha rischiato di sfociare in una tragedia. La ragazza stava per uscire. La sua intenzione quel pomeriggio era quella di andare a consegnare curriculum.  Il padre, però, non voleva che lei andasse sola. Non voleva che utilizzasse i mezzi pubblici. Ma quando la giovane le ha risposto che non voleva essere accompagnata, la situazione è precipitata. L’uomo ha seguito in strada la ragazza, è salito sulla sua auto e l’ha inseguita, cercando di investirla. Per un caso fortuito la giovane è riuscita a schivare l’impatto, finendo però a terra e battendo il capo. A quel punto l’uomo è sceso dall’auto e si è avvicinato urlando e insultandola. Dalla rabbia il padre le ha rotto anche il telefono.

I soccorsi

Intanto, però, sul posto sono giunte le forze dell’ordine e i soccorsi. Il padre è stato arrestato dai carabinieri della caserma dei carabinieri di Livorno guidati dal Luogotenente Ignazio Casti.
La ragazza, invece, è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Dopo gli esami del caso la ragazza è stata dimessa ed è tornata a casa.
Dall’abitazione la giovane fa sapere che non vuol parlare dell’accaduto ma che vuole solamente dimenticare.
Al suo fianco c’è l’intera Livorno. E soprattutto al sua squadra di basket, la ADBT di Livorno Ferraris: «Siamo un solo gruppo e sappiamo benissimo quanto tu sia forte: ADBT Livorno Ferraris sarà il tuo scudo. Ti aspettiamo Miriam».
Intanto il papà resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio aggravato e premeditato e maltrattamenti.

La reazione del Ministro Salvini

Una notizia che ha avuto un eco nazionale, talmente grave la vicenda. Anche il vicepremier Matteo Salvini a Melfi, in provincia di Potenza. Il leader della Lega infatti ha detto rivolto proprio a questo uomo: «Se pensi che qui si torna indietro sulla libertà delle donne, torna al tuo paese. Qui sulla libertà delle donne di vestirsi come vogliono, con la gonna o la minigonna, non si torna indietro».

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