Curia o Comune, di chi è il campanile

La vicenda dopo cinque anni non è ancora chiara.

Curia o Comune, di chi è il campanile
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Ma di chi è il campanile dello Spirito Santo di Gassino? A cinque anni dal crollo di una parte di calcinacci, che aveva costretto i Vigili del fuoco ad intervenire, transennando immediatamente l’area, una risposta non c’è ancora.

Di chi è il campanile?

Curia e Comune continuano a «rimbalzarsi» la palla, quasi come accadeva nella famosissima serie di film che aveva come protagonisti don Camillo e il sindaco Peppone. Da una parte, dunque, il don Camillo gassinese, don Carlo Fassino; dall’altra il sindaco Peppone, nei panni del quale c’è il primo cittadino gassinese Paolo Cugini.

La questione

La questione in ballo non è rappresentata dalla sicurezza della struttura, ma dalla necessità, comunque, di effettuare lavori importanti per sistemarla. Lavori che, proprio a causa di questa diatriba sulla proprietà, non sono ancora stati fatti.

La posizione di don Carlo

«Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Quello che posso dire è che in nessun documento risulta che il campanile sia di proprietà della Confraternita dello Spirito Santo. Allo stesso modo non c’è una documentazione ufficiale che attribuisca la proprietà al Comune. Anche se in questi anni proprio il Comune ha effettuato diversi lavori».

La posizione del Comune

Spiega il sindaco Paolo Cugini: «Non ci sono novità. Da parte mia, avevo provato a proporre alla parrocchia una soluzione per sbloccare questa situazione, ma purtroppo non se n’è fatto nulla. Un mese e mezzo fa è stato pubblicato un bando della Compagnia di San Paolo relativo ad interventi per sistemare beni immobili delle Confraternite. L’unica cosa che la chiesa avrebbe dovuto fare era quella di prendersi carico dei lavori, senza però tirare fuori un euro. Una parte dei fondi necessari all’intervento, dunque, sarebbe potuta arrivare tramite il bando. Per la restante parte, invece, avevo suggerito al parroco di fare richiesta in Comune, così come previsto dalla Legge Regionale. Altri contributi sarebbero potuti arrivare da privati. Compito della parrocchia, quindi, sarebbe stato solo quello di farsi carico del progetto. Una volta terminato il restauro come Amministrazione noi ci saremmo impegnati a prendere in carico il campanile come bene comunale, ad una cifra simbolica. Da quel momento in avanti, dunque, ci sarebbe stato un atto ufficiale in cui risultava che il Comune era proprietario del campanile».

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