Donna sul bus a una bambina di colore: "No, no qui non ti siedi"

Il racconto da Alessandria del consigliere comunale Oneto: "Alabama 1955? No, Alessandria 2019".

Donna sul bus a una bambina di colore: "No, no qui non ti siedi"
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No no qui tu non ti siedi così una donna di circa 60 anni sull’autobus ad Alessandria rivolto ad una bambina di circa 7 anni di colore.

Lo sfogo del consigliere di Alessandria

A raccontare l’episodio, gravissimo, sono il consigliere comunale di Alessandria Vittoria Oneto (PD) sulla sua pagina Facebook e i colleghi del Giornale di Alessandria. L’episodio risale allo scorso mercoledì, 6 novembre 2019, racconta Oneto. Il consigliere comunale racconta l’episodio al quale ha assistito tornando a casa la sera sull’autobus.

No no qui non ti siedi

“Alabama 1955? No, Alessandria 2019 – comincia così il suo racconto – Questa sera ho preso l’autobus per tornare a casa. Pochi posti a sedere. Io rimango in piedi. Salgono una mamma con due bambini. Lei si appoggia in uno spazio largo col passeggino e la bambina di circa 7 anni prova a sedersi in un posto vicino ad una signora di circa 60 anni che aveva appoggiato la sua borsa della spesa sul sedile. La signora guarda la bambina e le dice : NO NO TU QUI NON TI SIEDI! Io dico alla donna di spostare la borsa e di fare sedere la bambina ma lei insiste e mi dice in modo arrogante di farmi gli affari miei”.

La reazione della consigliera

“Peccato, hai trovato la persona sbagliata. La madre della piccola non dice nulla e guarda a terra – prosegue Oneto nel suo racconto – A quel punto alzo la voce sempre di più e le intimo in malomodo di fare sedere immediatamente la bambina e di vergognarsi con tutto il fiato che avevo in gola. La signora a quel punto la fa sedere ma continua a borbottare e a guardare schifata la bambina. Tutte le persone sull’autobus mi guardano in parte compiaciute, in parte no ma nessuno osa dire nulla. Secondo voi di che colore aveva la pelle quella bambina?
Sì proprio così. Ho pianto. Sono scesa dall’autobus e ho pianto. Per il nervoso, per la tristezza per il senso di sconfitta che ho provato e provo.
Come se questi giorni non fossero già dolorosi. È questo quello che siamo? È questo quello che vogliamo essere? Io non voglio crederci”.

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