Fiera Beato Angelo Carletti, "Basta animali in gabbia"

La lettera al primo cittadino di Chivasso e agli assessori.

Fiera Beato Angelo Carletti, "Basta animali in gabbia"
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Fiera Beato Angelo Carletti, "Basta animali in gabbia". Sono queste le parole che pronunciano a poche settimane dall'evento gli animalisti di Chivasso.

Fiera Beato Angelo Carletti, "Basta animali in gabbia"

Nell’ambito dei festeggiamenti per il Beato Angelo Carletti, a fine mese si terrà la tradizionale fiera al Parco Mauriziano, organizzata direttamente dal Comune di Chivasso. E, ancora una volta, gli animalisti fanno sentire la loro voce: "Facciamo appello alla sensibilità del sindaco affinché non siano più presenti gli stand che esibiscono animali in gabbia".

La lettera al sindaco e assessori

"L’anno scorso - spiegano - alcune associazioni come Lav e Lipu, e alcuni cittadini chivassesi, avevano scritto invano al Comune per scongiurare il crudele spettacolo: l’esibizione delle sofferenze degli animali per il divertimento degli umani. Alla destra dell’ingresso c’erano tre stand che facevano raccapricciare. La Cascina Festa di Pancalieri, l’Oasi degli animali di San Sebastiano e l’Associazione Ornitologica Chivassese esponevano animali di ogni tipo dentro a gabbie in parte piccolissime.  Animali che sono rimasti al Parco, per il piacere sadico degli umani, dal mattino al pomeriggio. A volte al sole senza che gli standisti si preoccupassero di coprire le gabbie. In parte spaventati dall’affollamento di visitatori. Al pomeriggio portati via in furgoni dentro ai quali in viaggio sotto il sole la temperatura sarebbe salita a livello insopportabile. Furgoni nei quali non c’era traccia di acqua per dissetarli.  La Società Ornitologica mostrava con orgoglio piccoli volatili come i soliti canarini, dentro alle solite piccole gabbie: più o meno come se gli uomini venissero chiusi in celle di pochi metri cubi, come in carcere, e aperte da quattro lati per il pubblico divertimento. Le mamme accompagnavano i bimbi ad ammirare i canarini in gabbia: in pratica insegnavano loro, senza saperlo, non ad “amare” gli animali ma ad incrudelire su di loro tenendoli
prigionieri in luoghi e condizioni che se fossero nati liberi non avrebbero mai scelto.  Sullo striscione della Cascina Festa era scritto: “Compra vendita – scambio minuto ingrosso. Pappagalli Canarine Galline Fagiani Anatre” e pure le “Ocheornamentali”. E “Piccoli e grandi animali da giardino e parco”. Affissi alle gabbie ameni fogli con le scritte: “Cavie euro 5,00” e “Pavoni cuccioli euro 15,00”. Purtroppo in uno degli stand sventolava pure la bandiera verde della CNA, la Confederazione Nazionale Agricoltura.
Sul sito dell’Oasi degli animali troviamo la lista degli ospiti. In parte non sono del luogo ma di altre parti del mondo, provenienti da habitat completamente diversi, dove dovrebbe venire lasciati in pace a vivere, e morire: Amazona di Panama, Armadillo a sei fasce, Cammello, Lepre della Patagonia, Pecora del Camerun, Conuro della Patagonia, Testuggine della steppa, ecc. Ci sono persino scuole che portano i bambini a visitare l’Oasi: che vuol dire portarli a vedere come gli uomini per il proprio diletto tengono imprigionati  altri esseri viventi.  Dunque l’anno scorso al Parco Mauriziano abbiamo assistito a uno spettacolo di inutile crudeltà. Abbiamo assistito al peggio del comportamento degli uomini verso gli animali: imprigionarli per divertirsi. Si può credere che il nostro organismo abbia bisogno di nutrirsi di carne, anche se studiosi e clinici come Umberto Veronesi hanno spiegato per la nostra salute è meglio evitare l’alimentazione carnivora. In qualche parte del mondo è necessario ricorrere agli animali da lavoro. Ma non si vede che cosa possa giustificare l’uso degli animali per il proprio divertimento. Non è un caso che l’Onuabbia proclamato fin dal 1978 una Dichiarazione dei diritti degli animali
nella quale leggiamo: “a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo; b) le esibizioni di animali e gli spettacoli che
utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale”. Ci sono insegnamenti non molto lontani da trovare. A Caluso il liceo è intitolato a Piero Martinetti, il filosofo pacifista e antifascista di Castellamonte, uno dei pochissimi docenti universitari che persero la cattedra per essersi rifiutati di firmare il giuramento al fascismo: nel 1920 scrisse il libro  Pietà verso gli animali. Aldo Capitini, antifascista, vegetariano, teorico della non violenza,   negli Elementi di una esperienza religiosa prevedeva che, persuadendosi a non uccidere gli animali, gli uomini si sarebbero persuasi a non uccidersi fra loro.  Per tutte queste ragioni rinnoviamo il nostro appello all’amministrazione comunale affinché quest’anno non consenta l’esposizione degli animali in gabbia, esibizione dell’inutile crudeltà degli uomini verso gli animali".

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