I Comuni si colorano di giallo nella battaglia all’endometriosi

Deborah Di Bin, che da anni al lavoro come volontaria per sensibilizzare su questo tema, si è fatta promotrice dell’iniziativa.

I Comuni si colorano di giallo nella battaglia all’endometriosi
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I Comuni si colorano di giallo nella battaglia all’endometriosi. Deborah Di Bin, che da anni al lavoro come volontaria per sensibilizzare su questo tema, si è fatta promotrice dell’iniziativa

I Comuni si colorano di giallo nella battaglia all’endometriosi

I Comuni si illumineranno di giallo per lottare al fianco delle ragazze affette da questo male, l’endometriosi, e sperare che al più presto venga riconosciuta come malattia invalidante. Sono già 200 le Amministrazioni che hanno raccolto l’appello di queste donne che ogni giorno convivono con un male che le obbliga a vivere una vita diversa da quella che sognavano. Una lotta che vede tra le protagoniste Deborah Di Bin, saluggese di 44 anni e affetta da questa malattia scoperta però solo in tarda età. E con le sue amiche ha sponsorizzato questa azione. Nel Chivassese e Bassa Vercelessese per il momento hanno aderito i paesi di Saluggia, Livorno Ferraris e Torrazza Piemonte. Ma la loro speranza è che questi Comuni aumentino perché non solo le grandi città devono accorgersi di questo male che, appunto, le costringe ad una vita diversa.

Coinvolti anche i commercianti

E in questa lodevole iniziativa sono stati coinvolti anche i commercianti che coloreranno la vetrina di giallo e avranno materiale informativo da distribuire a chi vorrà conoscere la malattia. E sono molti anche in questo caso coloro che hanno sposato questo evento che si svolgerà nel mese di marzo, il mese per eccellenza dedicato all’endometriosi. E le ragazze dell’endometriosi, insieme a tutti coloro che vorranno partecipare, scenderanno ancora in campo nella giornata del 28 marzo, come ogni anno, in occasione della Marcia a Roma.

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La lotta

«In Italia una donna su dieci è affetta da endometriosi - spiega Deborah - Ciò vuol dire che è un problema che hanno circa 3 milioni di donne. Per questo bisogna parlarne, bisogna informare e chiedere il riconoscimento dei nostri diritti perché è una malattia diffusa, una malattia che ci obbliga a subire dei costi non indifferenti per curarci ma anche per non esser discriminate sul posto di lavoro. Troppo spesso ancora si sente dire che non abbiamo voglia di lavorare e che una semplice pastiglia ci risolverebbe i nostri problemi durante il ciclo mestruale. Peccato che non sia così, che una pastiglia non ci aiuta. Noi ragazze dell’Endometriosi TeamItalia lottiamo per i nostri diritti e per sensibilizzare le ragazze che non scoprano troppo tardi la malattia».

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