Omicidio Gugliotta, la vedova: la richiesta dell'ergastolo ci infonde fiducia

L'uomo era stato ucciso al suk di Torino.

Omicidio Gugliotta, la vedova: la richiesta dell'ergastolo ci infonde fiducia
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Omicidio Gugliotta: "La richiesta dell'ergastolo  ci infonde fiducia. Ora riponiamo tutte le nostre speranze nel giudice". E' questo il commento della vedova di Maurizio Gugliotta dopo l’udienza di oggi del processo che vede alla sbarra il profugo nigeriano Khalid De Greata.

Omicidio Gugliotta

"La richiesta del Pubblico Ministero ci infonde un po’ di fiducia". Carmela Caruso, vedova di Maurizio Gugliotta, ha accolto con soddisfazione la richiesta dell’ergastolo formulata nell’udienza di oggi, giovedì 11 ottobre 2018, in Tribunale a Torino, dal Pubblico Ministero Gianfranco Colace, nei confronti dell’assassino del marito: il profugo nigeriano di 27 anni Khalid De Greata, che un anno fa, il 15 ottobre 2017, al mercato di libero scambio della città della Mole, ha sgozzato senza motivo il cinquantunenne di Settimo Torinese, ferendo anche l’amico che si trovava con lui.

Il commento

“Non posso che trovarmi pienamente d’accordo sul fatto che il Sostituto Procuratore ritenga nettamente prevalenti le aggravanti di questo crimine, come i futili motivi, rispetto alla seminfermità mentale riconosciuta all’omicida, a cui peraltro noi continuiamo a non credereA vederlo così tranquillo in aula tutto sembra fuorché una persona con problemi psichici. E poi, durante la requisitoria del pubblico ministero, sono emersi una serie di elementi che tutto fanno pensare fuorché a un pazzo, a cominciare dal fatto che non è scappato solo perché è stato trattenuto dalla folla, altrimenti i carabinieri non l’avrebbero fermato sul posto” prosegue la signora Caruso, che è supportata da Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini.

 

L'assassino

L’omicida – così ha giustificato il suo misfatto – credeva che i due amici, che non conosceva minimamente e che stavano semplicemente passeggiando tra i banchi del suk, avessero sparlato di lui, circostanza tassativamente smentita dal “superstite” e in netto contrasto con l’indole mite e tollerante della vittima.

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