Pellegrini in viaggio verso Lourdes: "Una vera Odissea"

Daniel De Rossi, giovane 18enne di Rondissone, racconta le mille emozioni di questo viaggio. 

Pellegrini in viaggio verso Lourdes: "Una vera Odissea"
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Pellegrini in viaggio verso Lourdes: "Una vera Odissea". Ma Daniel De Rossi, giovane 18enne di Rondissone, racconta le mille emozioni di questo viaggio.

Pellegrini in viaggio verso Lourdes

Sta facendo parecchio discutere l’allarme diffuso nei giorni scorsi sui treni che conducono i malati a Lourdes, in Francia. Polemiche riguardanti lo stato in cui versa il trasporto. «Molti malati infatti - denuncia il Coordinamento - non possono sopportare trasferimenti in queste condizioni e il rischio è che le organizzazioni saranno obbligate a selezionare, a scegliere il tipo di malato che si può portare a Lourdes». Ma i problemi segnalati dai pellegrini nel corso di questi viaggi sono anche le fermate per ore e ore in stazioni secondarie francesi o in piena campagna transalpina sotto il sole cocente. E poi gli aumenti costanti delle tariffe, gli scioperi nel 2018 dei ferrovieri francesi».
Insomma tanti problemi che toccano da vicino chi sta soffrendo e che cerca in questo viaggio un aiuto per andare avanti, per non esser vinti dalla malattia.

La vita di Daniel

E tra questi pellegrini c’è anche il giovane di Rondissone Daniel De Rossi.  Daniel ha una sindrome molto rara, quella di Behçet che, da quando è nato combatte insieme alla sua famiglia. Una sindrome dovuta ad un’infiammazione dei vasi sanguigni la cui causa è ancora sconosciuta e che ha preso il nome dal professore che la descrisse nel 1937.  Lui ogni anno affronta quel lungo viaggio con l’associazione di cui fa parte che si occupata di accompagnare, appunto, i malati in questo luogo di fede profonda.

L'appello

Daniel chiede ai responsabili di far si che questo servizio non muoia:

«Mi appello alle autorità istituzionali perché si possa continuare questo servizio, magari con qualche attenzione in più visto le condizioni a volte difficili ma non impossibili per queste persone, che sono intrappolate nella sofferenza ma coscienti di ogni cosa che accade attorno a loro, possano provare queste sensazioni, vedere un sorriso e due occhi che si emozionano alla realizzazione di un sogno che pensavano non si avverasse mai, quanto può gratificare e farci sentire colmi d’amore. Vi chiedo solo un po’ di attenzione per questi pellegrinaggi, un’attenzione a non aumentare i costi, visto le precarietà che a volte i familiari devono sostenere non solo per la malattia del proprio caro ma anche per la realizzazione di questo sogno, l’attenzione di ascoltare le Associazioni nel limite delle richieste che vengono fatte per gli ammalati e non per capricci, ma soprattutto che si faccia attenzione a non creare problemi ferroviari che questi treni raggiungano il luogo in tempi consoni per godere del luogo e ricaricare l’anima e il cuore. Noi non ci scoraggiamo al viaggio difficile e ai vari inconvenienti ma vi chiedo di mettervi una mano sul cuore per venirci incontro. Vi posso garantire che il grande vero miracolo di Lourdes comincia proprio quando sali su “quel treno”. Il viaggio è meraviglioso, i paesaggi bellissimi, prati verdissimi, il mare e tutto quello che vedi attraverso il finestrino, ti aiuta ad entrare nell’ottica vivendo ogni singolo momento in attesa dell’esplosione di emozioni che andrai a scoprire, questo viaggio anche se a volte lungo ti da’ la possibilità di iniziare a condividere con altre persone, non solo la meta che tu desideri, ma impari a conoscere e far amicizia con ogni genere di persona, adulti, bambini, medici, malati, educatori, volontari, il bello è che ognuno ti insegna qualcosa. I malati che attendono questo viaggio una volta all’anno non vedono l’ora di poter arrivare al Santuario nel quale si viene catturati e affascinati, dall’atmosfera, tutto diventa speciale, ti ricarica per tutto l’anno. Vedo sorrisi che riempiono il cuore, gente che dice “grazie” per piccole cose ma con una luce negli occhi e un sorriso che ti fa sentire indispensabile come se fosse una questione di vita o di morte, eppure non ho visto mai una persona che si lamentasse e vi assicuro che il viaggio, per molti, è lungo ed impegnativo. E’ vero in questi anni ho potuto notare che spesso i convogli vengono “parcheggiati” per ore in attesa di chissà quale evento o problema, in alcuni momenti servono a noi per riposare altri per poter caricare e scaricare cose utili e indispensabili, quest’anno 2018 abbiamo avuto un imprevisto non facile da affrontare, uno sciopero che ci ha costretti a una partenza anticipata e immaginate 800 persone tra i quali molti malati con situazioni a volte gravi dover in fretta organizzare la partenza, i bagagli, le attrezzature, e soprattutto vedere la delusione negli occhi di chi ha atteso un anno intero per scoprire di dover rinunciare anche a una delle esperienze che si erano programmate, so di cosa parlo, lo sperimento ogni giorno, lo vivo sulla mia persona».

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