Reddito di cittadinanza, una città spaccata in due

Reddito di cittadinanza, una città spaccata in due
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Reddito di cittadinanza, una città spaccata in due. Ecco il risultato dell'inchiesta svolta intervistando chi abita e vive Chivasso.

Reddito di cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza è una tematica molto sentita a livello nazionale. Uno di quegli argomenti che appassiona giovani e meno giovani. Se ne discute a casa come al bar e poi ancora nelle panchine del parco. Insomma tra amici e familiari è un argomento molto dibattuto e così abbiamo deciso di andare per le vie della città per conoscere il pensiero dei chivassesi. La prima cosa che notiamo e che se ne parla liberamente e anche molto, ma l’idea di parlarne ad un pubblico più ampio intimorisce un po’ e quindi non è stato affatto facile trovare delle persone disposte a rilasciare una dichiarazione ufficiale. Sarà un caso, ma è emerso un netto divario tra le generazioni di ventenni e invece coloro che hanno qualche anno in più.

C'è chi dice no

I pensionati infatti si sono mostrati contrari alla proposta del Movimento 5 Stelle. Ma andiamo a scoprire le ragioni di tutto ciò. Nicola ad esempio sostiene: «E’ necessario che aumentino le pensioni a chi ha lavorato una vita e non dare dei soldi a chi magari non ha voglia di lavorare o trascorre le giornate al bar. Sapete cosa vuol dire vivere con una pensione minima? E’ davvero una situazione assurda che è impossibile da accettare». Paolo è della stesso pensiero di Nicola e sostiene: «Ma vi sembra giusto dare 780 euro a chi non lavora. E’ la stessa cifra che viene data ad un pensionato che ha lavorato una vita. Noi per arrivare a percepire una pensione abbiamo lavorato duramente anche di notte. Dove li trovano i soldi per fare una simile operazione?». «A me sembra davvero una cosa assurda, una cosa senza senso. Ma perchè non riducono i loro vitalizi? Perchè noi onesti cittadini dobbiamo pagare le loro scorte e poi ancora mettere in atto il Reddito di Cittadinanza andando così ad aumentare il debito pubblico.
Ma stiamo scherzando. Adesso hanno detto che toccheranno anche le pensioni sotto i tre mila euro e le altre? No, non è possibile neppure immaginarle certe cose figuriamoci attuarle».
Filippo dal canto suo: «Non credo affatto sia una buona idea. Non è per nulla realizzabile e non mi sembra affatto giusto nei confronti di chi si è guadagnato la pensione dopo anni di sacrifici».
Domenico: «Sento solo tante parole e nulla più. Perchè invece di mettere in atto il Reddito di Cittadinanza non pensano a dare risposte concrete a coloro che ne hanno bisogno. La cosa mi tocca da vicino e mi rendo conto che servono altri tipi di aiuti che sino ad oggi io non ho visto. Ho bussato per poter ottenere un aiuto ma non ho ottenuto nulla e adesso vorrebbero dare il Reddito di Cittadinanza? Ma se non vengono attuati neppure i sostegni più modesti». Mario si arrabbia molto e smette di dialogare con il suo amico e afferma: «Sono vent’anni che percepisco la pensione e non c’è stato mai un aumento e adesso tirano fuori questa novità? Ma come pensano di attuare certe cose. Si rendono conto di quello che dicono? Ma è davvero una situazione assurda e i soldi chi glieli dà per realizzare tutto ciò?».

I giovani

Passando ai giovani i commenti sono più moderati, pensano che il Reddito di Cittadinanza sia utile ma che debba essere assegnato con criteri precisi. «Penso che per quelle persone che hanno perso un lavoro e che si trovano senza reddito questo sia un elemento positivo ma l’importante e che non venga distribuito senza considerare elementi ben precisi» - dicono David e Mattia. «Il reddito di cittadinanza rappresenta un elemento positivo se viene assegnato a padri di famiglia che sono senza un impiego ma non a chi trascorre le giornate al bar. Si deve controllare» dicono Cristina e Daniel. Poi ancora David concorsa con i suoi coetanei: «Un sostegno è giusto darlo a chi ha necessità ma si deve fare molta attenzione ad assegnarlo».

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