Troppi poveri a Settimo

Una situazione veramente difficile.

Troppi poveri a Settimo
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Troppi poveri a Settimo. E' questo l'urlo di Massimo Pace, assessore alle politiche sociali, che si è espresso senza mezzi termini su lavoro e condizioni sociali del nostro territorio.

Troppi poveri a Settimo

Un intervento accorato senza freni. Massimo Pace, assessore alle politiche sociali, si è espresso senza mezzi termini su lavoro e condizioni sociali del nostro territorio. Lo ha fatto tra i banchi della Festa del Pd che, in passato, lo ha visto essere primo segretario della sezione settimese; proprio durante un incontro organizzato per parlare di lavoro. «Mentre noi spiegavamo che l’economia si stava riprendendo e sì, che andava tutto bene “madama la marchesa”, la povertà è aumentata a dismisura. In Italia e a Settimo».«Sto iniziando - ha sottolineato Pace - a non voler più perdere tempo in chiacchiere. Forse perché sono “a fine corsa”, ma non riesco più a tenermi dentro certe cose». Tutte frasi pronunciate con l’enfasi che ha sempre caratterizzato l’assessore.

Mille poveri

«Secondo voi - ha chiesto al numeroso pubblico del dibattito e agli intervenuti -, è o no un problema che a Settimo ci siano numerose associazioni come la Caritas, i gruppi parrocchiali e simili, che ogni mese distribuiscono 350 pacchi spesa alle famiglie che vivono in situazioni di gravi difficoltà?». Mille poveri in città «Nella nostra città ci sono 1000 persone che vivono costantemente in una situazione di povertà. E questo è un problema serio, per tutti». Non usa mezzi termini Massimo Pace nell’elencare tutte le situazioni critiche registrate sul territorio settimese. «Da quando la nostra Amministrazione ha iniziato il suo mandato la situazione si è aggravata sempre di più. La causa, ovviamente, è la situazione economica generale. Prima ci confrontavamo con una media di sfratti mensili di 3 o 4 casi. Adesso, nostro malgrado dobbiamo affrontare numeri decisamente più alti».

Sfratti ogni mese

Perché ogni mese, ormai da tempo, il numero delle famiglie che ricevono lo sfratto si aggira tra le 8 e le 12 unità. «Ma come può il Comune di Settimo spendere ogni anno 600mila euro per l’emergenza abitativa e non riuscire mai a risolvere questo problema». I soldi investiti dall’Amministrazione, in parole povere, non bastano mai, e la situazione peggiora di settimana in settimana. Lo stesso, come ha sottolineato anche il titolare della delega al welfare, vale anche per tutte le misure che vengono adottate per il sostegno al reddito. «Il nostro Comune - sottolinea - in questo senso ha fatto un “salto” importante. Investiamo circa 400mila euro per lavori accessori e misure di sostegno alle persone in difficoltà». Ma anche in questo caso le risorse messe a disposizione sembrano non bastare mai.
«Almeno noi sul nostro territorio abbiamo ancora una vocazione industriale. Negli altri comuni, invece, la situazione è ancora ben peggiore. Devo ammettere che quando incontro colleghi amministratori degli altri comuni quasi mi vergogno a portare sul tavolo le nostre problematiche. Ci sono località che sono diventate dei veri e propri “deserti”», in cui regna ovviamente la disoccupazione.

Tremila in cerca di un lavoro

I dati settimesi non sono comunque confortanti e l’assessore lo spiega bene. «Gli ultimi dati aggiornati ci restituiscono una fotografia preoccupante. Abbiamo 2700 persone che sono attualmente in cerca di un lavoro. Più della metà di loro sono persone che hanno superato i cinquant’anni». Padri e madri di famiglia che hanno di recente perso il lavoro e che non riescono ad essere ricollocati in alcun modo. «E’ la fascia d’età più difficile da sostenere. Troppo giovani per le misure di accompagnamento alla pensione e troppo “vecchi” per essere nuovamente inseriti in un’azienda o per un posto di lavoro che risolva le loro condizioni di difficoltà. Sono seriamente preoccupato per le loro sorti».

Il reddito di inclusione

Massimo Pace non dimentica di parlare anche del Rei, la nuova “misura” emanata nei mesi scorsi. «Sapete quante domande di accesso al Rei sono state presentate a Settimo? Sono 312. Quelle accolte? Meno di 150; e bisogna considerare che la norma prevede l’impossibilità di accedere a questa misura se già il Comune aiuta il nucleo familiare». «Credo che noi non abbiamo bisogno di un reddito di cittadinanza, ma di un “lavoro di cittadinanza”. Questa è l’unica strada per poter risollevare le sorti di tante famiglie in difficoltà. La povertà non è una percezione, è un dato di fatto e a Settimo, così come nelle altre città, la conoscono i cittadini che ogni giorno vivono sulla propria pelle i tanti problemi legati al tirare avanti fino alla fine del mese per una vita dignitosa. E’ una vergogna trovarsi in questa situazione. Davvero».

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