Operazione antidroga: arrestati 12 pusher che accettavano pagamenti a rate IL VIDEO

Tra i clienti identificati dai carabinieri anche una coppia che andava a comprare la droga con il passeggino.

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Imponente operazione antidroga nei paesi della provincia di Torino, in 12 finiscono in manette.

Operazione antidroga in provincia

E' scattata all'alba di oggi, martedì 25 settembre, una imponente operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Susa. Nel mirino dei militari una gang di spacciatori attivi in tutta la provincia e, in particolare, nei comuni di Susa, Mattie, Oulx e Cesana Torinese. Il blitz ha consentito di smantellare la rete di spacciatori capace di smerciare, ogni settimana, centinaia di dosi di stupefacente.

Dodici arrestati

I carabinieri della Compagnia di Susa, insieme a quelli del Comando Provinciale di Torino e ai nuclei elicotteristi e cinofili di Volpiano, hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Torino agli indagati. Si tratta di 6 cittadini marocchini e 6 italiani. Per dieci di loro è stata prevista la misura cautelare in carcere, per gli altri due - invece - quella dei domiciliari. Per gli investigatori e per la Procura di Torino sono ritenuti, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, di tipo eroina e hashish.

Sequestrati 3 kg di marijuana

Nel corso del blitz dei carabinieri sono inoltre state eseguite 21 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti. Durante l'operazione è stata inoltre sequestrata una serra di marijuana (era in casa tra i divani del salotto, la cucina), oltre a circa 3 kg di droga tra marijuana, hashish ed eroina. Parte della droga era nascosta in un tombino nel locale cantina.

Sì al pagamento a rate

La peculiarità della banda di spacciatori era quella di accettare il pagamento dello stupefacente "a rate". Un modo, probabilmente, per abbattere la concorrenza e per aumentare il "portafoglio clienti". Codici criptati, consegne rapide in luoghi prestabiliti e, appunto, il pagamento dilazionato o a fine mese nel giorno di pagamento dello stipendio dei clienti, appaiono dunque come vere e proprie strategie di marketing. I clienti impossibilitati a saldare immediatamente il costo dello stupefacente dovevano però lasciare "in pegno" ai pusher documenti, telefoni, tablet: una sorta di garanzia.

A comprare la droga con il passeggino

Nel corso delle indagini i militari hanno potuto identificare anche una serie di acquirenti. Ci sono, tra loro, studenti, impiegati, operai. Tra i clienti persino una giovane coppia di genitori che si recava a comprare la droga con il figlio di appena 2 anni nel passeggino.

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