Bambini maltrattati al nido, le mamme stanno con le maestre

Sono famiglie che avevano affidato i loro piccoli a queste insegnanti.

Bambini maltrattati al nido, le mamme stanno con le maestre
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Nei giorni scorsi in ogni luogo di Crescentino non si parlava che di questo caso: dei presunti maltrattamenti all'asilo nido.

Bambini maltrattati al nido

Strattoni, gesti bruschi, qualche sberla. Tre mesi di videoriprese che hanno portato la Procura della Repubblica di Vercelli a mettere sotto inchiesta due maestre dell’asilo nido «La Coccinella» di Crescentino. Nei loro confronti, il Gip ha disposto la misura interdittiva che vieta qualsiasi forma di insegnamento per un anno. Nei video, gli investigatori hanno selezionato oltre 100 episodi che ora vengono contestati alle due donne, entrambe residenti nel vercellese e dipendenti della cooperativa «Baby House» che aveva in gestione la struttura per la prima infanzia situata all’interno di uno stabile che ospita anche la scuola dell’infanzia paritaria, del tutto estranea alla vicenda.

La solidarietà delle "altre" mamme

Nei giorni scorsi in ogni luogo di Crescentino non si parlava che di questo caso: dei presunti maltrattamenti all'asilo nido. Ci hanno contattate alcune mamme che hanno dei figli che hanno frequentato il nido in questione. Sono unite e hanno una sola opinione: «Sono due educatrici molto professionali e non crediamo a tutto quello che è stato raccontato». «Mia figlia - dice Michela - ha frequentato l’asilo nido sino al 2010. Mi sono trovata benissimo, lei è stata cresciuta con amore e ogni volta che vede le maestre le abbraccia. Mia figlia piangeva perché non voleva venire via dall’asilo, vi sembra la reazione di chi viene maltrattata? Non ho mai avuto nulla da ridire sui loro metodi». «Ho avuto un’esperienza positiva con loro - dice Stefania - sono incredula perché loro sono due insegnanti straordinarie e io posso solo dire che la mia esperienza è stata positiva». «Trattavano i bambini come se fossero loro figli - dice Debora - Poi, stiamo parlando di educatrici quindi se per raggiungere il loro obiettivo dovessero dare uno schiaffetto sulla mano del bambino, non ci vedo nulla di strano. A chi non è mai capitato a casa? Mio figlio quando incontra le insegnanti le abbraccia con affetto e questo è un segnale evidente che hanno lasciato un ricordo positivo». «Si sta assistendo ad una vera e propria gogna mediatica - dice Francesca - tutto questo è ingiusto. Io ho portato i miei figli all’asilo nido con quelle insegnati e posso dire che mi sono trovata molto bene. Sono persone squisite. Ci tengo a sottolineare che quello che sta accadendo è assurdo e ci troviamo davanti a due ottime educatrici. Tra mamme ci siamo confrontate e non crediamo che tutto quello che è emerso nei giorni scorsi sia reale. Trovo ingiusto che queste due persone siano già state condannate dal giudizio degli altri. Sono due maestre che hanno il polso duro, ma sanno educare, sanno essere severe e chiocce quando serve e questo per il bene dei bambini». «Ho portato mia figlia lì - dice Marisa - da quando aveva sei mesi. Utilizzava un divaricatore che loro hanno sempre ben posizionato e la piccola era seguita molto bene». Insomma questo gruppo di mamme è concorde sul fatto che le cose non stiano affatto così come sono state illustrate e attendono che sia fatta chiarezza.

L'avvocato chiamate dalle famiglie dei frequentanti

Dopo la divulgazione della notizia, la famiglia che ha sporto denuncia a fine 2018, ha contattato l’avvocato penalista Gian Maria Mosca che spiega: «Dopo la pubblicazione della notizia sono stato contattato da varie famiglie di bambini che frequentano l’asilo: come ho detto a tutti, le indagini risultano ancora in corso ed è quindi prematuro pensare di avviare azioni di tipo legale. Quando verrà meno il segreto istruttorio saranno indicati dalla Procura i nominativi delle persone offese e sarà possibile per tutti esaminare i filmati: a quel punto si avrà un quadro più preciso della situazione, dei protagonisti, del tenore degli episodi contestati e ciascuno potrà valutare se e come tutelarsi. Al momento c’è un PM, peraltro di comprovata serietà, che ha ravvisato estremi per richiedere una misura cautelare e un Gip che ha ritenuto di applicarla».

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Commenti
Simona

Ma se c'erano le telecamere...di cosa stiamo parlando?

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