Chiede sponsorizzazioni per la squadra di calcetto: è una truffa

A cadere nella trappola del giovane alcuni commercianti di Caluso.

Chiede sponsorizzazioni per la squadra di calcetto: è una truffa
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Chiede sponsorizzazioni per la squadra di calcetto: è una truffa. E' accaduto nei giorni scorsi  Caluso. A farne le spese sono stati alcuni commercianti.

E' una truffa

Una truffa ai danni dei commerciati è stata messa a segno nei giorni scorsi a Caluso. A segnalare quanto accaduto è Katiuscia Minore della Caluso Prink di via Micheletti. «E’ passato nei giorni scorsi un ragazzo che chiedeva la sponsorizzazione libera per il squadra di calcetto di cui faceva parte e che giocava in negli impianti di corso Torino a Caluso. Si trattava di un’offerta libera perché avevano già la stampa. Mi aveva proposto di poter mettere il logo della mia attività sulla maglia e nel campo di Caluso. - dice Katiuscia - Io ho finanziato già in altre occasioni delle squadre di calcetto e quindi l’ho ascoltato con interesse. Sono anche consapevole del fatto che attualmente ci sono già dei manifesti nella struttura, ma credevo che li posizionassero in altro modo. Insomma gli ho dato fiducia. A dire il vero non è entrato molto nel dettaglio, ma mi è sembrato molto convincente e ho accettato. Era inoltre anche ben informato sulla fatturazione elettronica infatti, mi ha chiesto il codice destinatario. Ha poi finto di essere interessato alla spedizione di merce. Insomma, non aveva alcun problema a parlare e a rimanere in negozio. Ho inoltre chiesto se poteva rilasciarmi una ricevuta e lui ha scritto su un foglio i miei dati, il suo nominativo e il numero di cellulare e l’importo versato. Aveva un foglio dove c’erano i timbri di diverse attività presenti a Caluso quindi aveva contattato anche gli altri. Dopo avergli dato i 50 euro è andato via».

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La telefonata

«Ho preso in mano il foglio che mi aveva lasciato e ho visto che come nominativo aveva lasciato Paolo Rossi. Un nome che mi ha lasciato piuttosto perplessa e ho iniziato ad avere dei sospetti. Poi, ho contattato il numero ma non rispondeva nessuno. Quindi ho inviato un sms in cui ho chiesto delle informazioni fingendomi interessata ad inserire il mio logo anche su altri manifesti e quindi ad aumentare l’importo da versare. Ma dall’altra parte mi hanno detto che avevo sbagliato numero. Ho così chiesto ai miei colleghi e ho potuto constatare che era andato anche in altre attività commerciali. Alcuni non gli hanno dato nulla, altri come me sono rimasti fregati. Voglio raccontare quello che è accaduto proprio per far sì che la gente tenga alta la guardia. Io sono molto attenta, ma devo dire che il giovane è stato molto convincente e la cosa che ho notato e che non aveva alcuna fretta e anzi, come ho detto prima si è anche finto interessato ai servizi che offriamo. In genere queste persone quando colpiscono in un posto poi si spostano nei paesi limitrofi e quindi voglio che sappiano quello che è accaduto qui per evitare che si ripeta» - conclude la commerciante truffata e amareggiata.

 

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