Donna truffatrice rovina la vita a un carrozziere

Voleva aiutarla, ha rischiato di perdere tutto: donna truffatrice rovina la vita a un noto carrozziere di Settimo Torinese.

Donna truffatrice rovina la vita a un carrozziere
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Donna truffatrice rovina la vita a un carrozziere.

Donna truffatrice

Una donna truffatrice ha rovinato la vita a un carrozziere di Settimo. Basta guardarlo negli occhi per credere alle sue parole. Quando Francesco Sabatino, 68 anni, storico carrozziere di Settimo, racconta che gli ultimi dieci anni della sua vita sono stati un vero inferno, è vero.
Per colpa di una donna, anche lei residente a Settimo. Il suo nome è Giovanna Salvatore, classe 1962.

Il primo incontro

Francesco, «Franco» per gli amici più stretti, non la conosceva neanche. «E’ arrivata qui per la prima volta nel 2008 - racconta -. Si è presentata per una riparazione alla sua auto. Da quel momento per me e per la mia famiglia è iniziato un vero incubo». Perché pochi giorni dopo quell’incontro per Sabatino sono cominciate le richieste di denaro. «Mi ha chiesto denaro confidandomi di essere in una situazione di grave difficoltà economica e di non riuscire a fare la spesa. Così le ho offerto 50 euro, ma lei me ne ha chiesti 100. Non glieli avessi mai dati». Le richieste di denaro, in contanti, sono state continue.

Le spese a nome suo

«Pensate - racconta ancora Sabatino - che quella donna si è recata presso numerosi negozi di questo quartiere presentandosi come mia moglie. Diceva che avremmo avuto circa 30 ospiti a cena, giustificando così spese che sono arrivate fino a 800 euro che gli esercenti dovevano segnare “a mio nome”». Circostanza che è emersa quando dal povero, e soprattutto ignaro Sabatino, macellaio e panettiere, si sono recati proprio nella sua carrozzeria per chiedere il saldo del debito. «Ma io non sapevo niente. Figuriamoci, si tratta anche di commercianti che mi conoscono. Peccato che non avessero mai visto mia moglie, altrimenti questo non sarebbe mai capitato».

Altre vittime

L’incubo vissuto da Francesco Sabatino dopo l’incontro con Giovanna Salvatore non è certo un caso isolato. Tra i faldoni del Tribunale di Torino ci sono altri episodi in cui la donna è protagonista. E’ anche su questo che l’avvocato del carrozziere settimese ha cercato di fare leva. «Abbiamo ricostruito tutti i casi in cui la donna si è comportata allo stesso modo - conferma il legale Livio Blessent -. E’ stato complicato, ma siamo riusciti a convincere il giudice».

Il caso dei 615 mila euro

A essere centrale in questa vicenda è una cifra: 615mila euro. La donna che ha tentato di truffare Sabatino in più occasioni, si è recata dal giudice con una carta intestata della carrozzeria. Fogli scritti proprio dall’uomo, con la sua firma. Nero su bianco, la promessa di restituire ingenti somme di denaro ricevute proprio da Giovanna Salvatore. «La questione è semplice. Mi ha convinto a scrivere il primo foglio per aiutarla nel risolvere le sue gravi condizioni economiche. Poi, una volta pronta la carta intestata, trovava sempre una scusa. Il documento non andava mai bene e così, io stesso, lo buttavo». «Senza accorgermi però - continua - che lei lo prendeva dal cestino e lo teneva con sé». Circostanza assurda che al Sabatino è costata perfino un decreto ingiuntivo del giudice che gli ha quasi fatto perdere la casa. Perché quando la donna si è presentata dal giudice per valere il suo credito, il magistrato non ha potuto far altro che darle ragione. «Del resto - commenta l’avvocato - quei fogli erano sottoscritti dal mio assistito. Non c’era alcuna prova contraria da poter fare valere».

L'appoggio dei famigliari

«Devo ringraziare mia moglie e i miei figli per essermi stati vicini in questi lunghissimi dieci anni - commenta ancora Sabatino -. Ci siamo ritrovati quasi senza una casa» e, di fatto, una volta finito all’asta, l’appartamento, è stata proprio la moglie del carrozziere a tentare il tutto per tutto per aggiudicarsela. Per mettere, quindi, al sicuro da mani malintenzionate il frutto dei sacrifici di una vita intera. «Non smetterò mai di ringraziarla - conclude Sabatino - così come non smetterò mai di provare riconoscenza verso i miei figli che mi sono stati accanto moralmente ed economicamente. E lo stesso vale per il mio avvocato e per tutte le persone che, nonostante l’incredulità iniziale, hanno dato credito alla mia versione e alla mia verità su questa dolorosa vicenda», perché l’incubo vissuto nell’ultimo decennio è costato decine di migliaia di euro. Compresi i pignoramenti, in un’occasione anche di un televisore, e il blocco di parte della pensione dell’uomo.

La fine di un incubo

«E’ stata un’impresa - conclude l’avvocato Blessent - ma alla fine siamo riusciti a far valere le nostre ragioni. Le cifre indicate su quelle carte intestate erano talmente assurde che non sarebbe possibile immaginare una cessione di così tanti soldi e tutti in contanti da parte della Salvatore in favore del mio assistito, come all’inizio della vicenda. L’abnormità della cifra avrebbe dovuto far riflettere sin da subito, ma purtroppo l’iter giudiziario è stato lungo e tortuoso». Giovanna Salvatore è stata condannata dal Tribunale di Torino. Il giudice che si è espresso sul caso ha ritenuto, nonostante le richieste della difesa della donna, che la truffa sia stata, di fatto, consumata. Proprio nel momento in cui la donna ha tentato di far valere quelle carte intestate per ottenere il decreto ingiuntivo. Per questo il collegio ha stabilito una pena di 1 anno di reclusione e 300 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Oltre al pagamento di una provvisionale per i danni subiti dal Sabatino fissata in 10mila euro. Per ora, almeno, l’incubo sembra finito.

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