Filmano la prof in classe e mettono il video sui social

L'episodio è successo nella scuola media di Saluggia nella mattinata di venerdì 18 ottobre 2019.

Filmano la prof in classe e mettono il video sui social
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Filmano la «prof» in classe e mettono il video sui social. L'episodio è successo nella scuola media di Saluggia nella mattinata di venerdì 18 ottobre 2019.

Filmano la «prof» in classe e mettono il video sui social

E’ venerdì pomeriggio 18 ottobre quando la notizia inizia a circolare a Saluggia. A circolare molto velocemente tanto da raggiungere anche gli ambienti lontani dal mondo scolastico. Sta per cominciare una delle feste più attese dell’anno, la Sagra del Fagiolo, quando un tam tam di parole porta a galla un’emorragia che colpisce, ancora una volta, il mondo della scuola. Quel mondo che oggi vive tra mille difficoltà a causa del cambio di vita dei ragazzi.
Al centro della scena tre studentesse della scuola media di Saluggia, naturalmente tutte minorenni, che durante l’orario di lezione hanno, non si sa per quale motivo, scelto di filmare una professoressa e di postare il video sui social network, lo «stra conosciuto» Instagram. Più precisamente una delle tre ragazze ha ripreso l’insegnante durante una tradizionale lezione della sua materia (nulla di strano si vede nel video) e le altre due giovani, attraverso i loro smartphone l’hanno condivisa in rete.
Un gesto che in pochissimi minuti è stato smascherato e che ha sollevato un polverone sia all’interno del plesso di via Ponte Rocca sia tra i genitori. E naturalmente tra l’opinione pubblica che condanna ancora una volta la libertà con la quale gli adolescenti mettono in atto comportamenti non idonei.

La reazione della dirigente scolastica

Il fatto ha raggiunto anche gli uffici della dirigente scolastica di Livorno Ferraris a cui fa campo la scuola media di Saluggia. E’ proprio Maria Lina La China, giunta alla guida di questo Istituto lo scorso settembre, che spiega la situazione:

«Sono stata informata di quanto è successo dal responsabile del plesso scolastico.
Come dirigente proporrò al Consiglio d’Istituto di modificare il regolamento ad oggi vigente perché non è ammissibile la presenza di telefoni cellulari in aula da parte degli alunni. Questo aspetto mi preoccupa molto, dunque desidero intervenire.
Poi prevederò anche una punizione disciplinare che ad oggi non è ancora stata decisa perché per un’eventuale sospensione occorre convocare un incontro con le famiglie e anche il Consiglio di classe. Quello che secondo me è molto importante è che gli alunni coinvolti comprendano la gravità del gesto, perciò ritengo che potrebbero essere sottoposti a dei “lavori utili”. Devono rendersi conto del gesto che hanno messo in atto, dell’incoscienza che hanno avuto nell’utilizzare il telefono per filmare e poi per condividere il video della docente in rete. Docente che stava solamente svolgendo una normale lezione della sua materia. Niente di strano rispetto agli altri giorni, agli altri corsi.  Inoltre, stiamo pianificando delle conferenze insieme al presidio “Libera” di Saluggia per affrontare i temi come quello del cyberbullismo, ma anche sul cattivo utilizzo dei telefoni e dei social.  Voglio che i giovani si costruiscano una coscienza».

La China ha sollevato anche un problema che da tempo va avanti proprio con la nascita dei social e la libertà di utilizzo da parte dei più giovani:

«Ormai sono abituati a vivere la vita solo attraverso i social. Fotografano e filmano ogni attimo della loro vita, un aspetto sbagliato perché non vivono più la realtà».

Parola alla psicologa

I ragazzi sono ormai abituati a postare ogni attimo della loro giornata attraverso i social, Instagram principalmente. Anche le lezioni come è avvenuto alle medie a Saluggia. Un fenomeno che preoccupa sempre più gli adulti e sul quale abbiamo chiesto un parere a Deborah Milanesio, psicologa chivassese:

«Trovo strano che all’interno delle scuole si possano usare i telefoni. Ecco, io partirei proprio dal limitarne l’uso, almeno durante le lezioni. Diciamo che potrebbe essere una prima lezione di educazione civica.  Per quanto riguarda, invece, la condivisione di ogni attimo della propria vita sui social c’è sicuramente da rimarcare come gli smartphone abbiano cambiato il modo di vivere di tutti, anche degli adulti. Per il giovane ormai vivere un’esperienza o un momento delle propria esistenza non può esser slegato da pubblicarlo sul web, che sia una foto o un video. Ma questo rende sempre più difficile per loro vivere le emozioni del momento. La vita per loro non è più un momento privato, non è più un momento da custodire dentro la propria mente. Sembra che se la foto non viene postata non si sia vissuto quell’attimo. Mi fanno pensare anche quelle persone che davanti ad una tragedia, in un luogo di dolore, decidono di scattarsi un selfie e pubblicarlo. Non c’è più limite.  Il telefono poi è uno strumento che crea sempre più distanza perché se non ci fosse forse sarebbe più difficile per un adolescente dire qualcosa ad un coetaneo, qualcosa di offensivo e che può creare in chi lo riceve un dispiacere. Non pensano più alle conseguenze di un gesto come può essere appunto filmare la docente mentre impartisce una lezione.  Direi che sarebbe ora che anche gli adulti, mettano da parte il telefono e inizino a vivere realmente la vita».

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