Marcia contro le mafie: tutta la scuola di Lauriano non partecipa

Nella tana del boss: i dubbi di Acomos, Libera e Sindaci.

Marcia contro le mafie: tutta la scuola di Lauriano non partecipa
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Marcia contro le mafie: tutta la scuola di Lauriano non partecipa all'iniziativa che si è svolta a San Sebastiano da Po.

Marcia contro le mafie

«Certo, spiace, ma non possiamo certo obbligare nessuno...».
Noemi, responsabile per Acmos del progetto di «Cascina Caccia» (in una grande struttura confiscata alla mafia sulle colline di San Sebastiano Po), pesa con attenzione ogni parola.
Non vuole ferire nessuno, adulti o bambini, ma allo stesso tempo sente il peso di quanto successo mercoledì 20 marzo durante la «Marcia della legalità» organizzata proprio a San Sebastiano dall’associazione «Libera» in collaborazione con l’amministrazione comunale.

La camminata

Una camminata dal Centro Pastorale al piazzale del Municipio, in cui è stato piantato un albero di ulivo, a cui hanno partecipato tutte le scuole della Collina.
Tutte tranne una. Quella di Lauriano, paese in cui vivono persone legate a brutte storie di criminalità organizzata.
Un’assenza pesante, impossibile da non notare, subito rimarcata dal sindaco di San Sebastiano Beppe Bava: «Abbiamo proposto il progetto come tutti gli anni, ma a quanto pare a loro non è piaciuto».
Tornando a Cascina Caccia, l’assenza di Lauriano ha tenuto banco per giorni nei discorsi del mondo che gravita intorno alla realtà creata da don Ciotti.

Acmos

«Ci è spiaciuto molto - prosegue Noemi - spiace perché le classi non hanno partecipato né alla formazione né al momento conclusivo, la marcia di mercoledì.  Ci sono state difficoltà, tanto che abbiamo da subito cercato di convincere le insegnanti ad aderire.  Ma, come detto, da noi nessuno obbliga nessuno.
Posso anche capire, mettendo però “capire” tra dieci virgolette, che qualcuno non voglia che si parli di certe cose. Il tema era quello dei beni confiscati, in tutta Italia, e con con i ragazzi li abbiamo analizzati scoprendo come siano stati restituiti alla comunità. In alcuni si produce olio, altri ospitano donne vittime di violenza.
Lo scorso anno avevamo fatto un percorso con la scuola di Lauriano (l’argomento era quello del rispetto delle regole, assolutamente generico) e conoscendo il contesto abbiamo usato ancora più delicatezza. Se tutti ragionassero così, però, in certe classi del sud non si farebbe nulla sulla legalità, e invece proprio in quei luoghi c’è voglia di riscatto.
Non conosciamo il perché di questa decisione, ma ci è stato riferito come lo scorso anno qualcuno si sia lamentato con le maestre per la partecipazione al progetto.
Dalla scuola non abbiamo ricevuto alcuna giustificazione. Abbiamo cercato di convincere le insegnanti, ma forse anche loro hanno difficoltà a gestire la situazione.
Ci siamo confrontati con la referente regionale di Libera, Maria Josè Fava, e la nostra idea, ora, è quella di fare un percorso con i docenti. Nel 2019 non si può pensare di non affrontare queste problematiche proprio dove sono presenti. Il rischio non è quello di tutelare, ma di marchiare».

Il dirigente scolastico

Se da Lauriano le maestre non parlano, sulla stessa lunghezza d’onda di Acmos è invece il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Brusasco, Paolo Massara: «La scuola porta avanti da anni attività e progetti sulla legalità. Alla marcia (ero presente) hanno partecipato le classi del CCR più quelle di Monteu. Rispetto a Lauriano, ci riserviamo di analizzare meglio la situazione. In ogni caso, è al vaglio un corso di formazione per le insegnanti su queste tematiche».
Impossibile non chiedere un parere anche a Matilde Casa, sindaco di Lauriano: «Personalmente credo che il non partecipare sia legato a scelte educative e non entro nel merito. Comunque, non le condivido».

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