Marito picchia moglie qualche volta non sono maltrattamenti in famiglia

La senatrice Pd Puglisi solleva le sue preoccupazioni.

Marito picchia moglie qualche volta non sono maltrattamenti in famiglia
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Marito picchia moglie qualche volta, per il giudice non sono maltrattamenti in famiglia.

Marito picchia moglie qualche volta

Il marito 41enne, portato alla sbarra dalla moglie, è stato assolto. Nonostante il Pubblico Ministero per più di un'ora aveva illustrato quello che la donna era obbligata a sopportare per il giudice non era così rilevanti. Offese quotidiani senza contare i calci, i pugni. E ancora schiaffi e lancio di oggetti. Una vita che per la donna era diventata difficile e che l'ha portato a denunciare il marito.

L'uomo assolto

La decisione del giudice di Torino ha lasciato tutti senza parole. L'uomo, un 41enne, è stato assolto. Il perché? Il giudice ha spiegato che "se il marita picchia la moglie qualche volta non si può parlare di maltrattamenti in famiglia". Le aggressioni dovrebbero essere, sempre secondo il giudice, "frequenti e continue" per parlare di questo reato.

Le parole del Pd

Un commento direttamente sui social arriva dall'esponente del Pd Francesca Puglisi. Lei scrive "La sentenza del tribunale di Torino suscita sconcerto e preoccupazione. A fronte di una donna che si e' presentata nove volte in otto anni al pronto soccorso lamentando lesioni anche di evidente gravità ad opera del coniuge, sostenere che possa trattarsi di fatti isolati inidonei a condizionare la vita della vittima appare affermazione meritevole di totale dissenso anche alla luce degli orientamenti della corte di cassazione. La violenza ha sempre un impatto devastante sulla vita delle persone: produce effetti destabilizzanti sulla personalità delle vittime e genera paura per l'incolumita propria e dei figli. Non di rado induce le vittime a mentire sulle cause reali delle lesioni attribuendole a fatti accidentali per timore di più gravi conseguenze. La minimizzazione della violenza all'interno di un rapporto affettivo non solo rischia di pregiudicare la richiesta di giustizia da parte delle vittime ma costituisce fattore disincentivante rispetto alle istanze di tutela. Fermare la violenza si può e si deve. Spero in una revisione del giudizio in appello".

 

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