'Ndrangheta c'è a San Mauro

Lo sviluppo delle indagini dei carabinieri.

'Ndrangheta c'è a San Mauro
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'Ndrangheta c'è a San Mauro. Quella che prima poteva essere un'ipotesi investigativa ora ha anche dei riscontri. Dagli arresti alla scoperta di una vera e propria locale.

'Ndrangheta c'è a San Mauro

Sembrava soltanto un’ipotesi investigativa. Ma poi sono arrivate le prime conferme che la ‘ndrangheta ha portato avanti anche sul nostro territorio. E ormai è una certezza: la locale di San Mauro esiste. E questo dopo l'operazione Bardo.

L’operazione «Bardo»

A Torino e provincia i carabinieri del Nucleo investigativo, infatti, hanno notificato due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due indagati. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione con metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Nel corso del provvedimento il Gip del Tribunale di Torino che ha emesso l’ordinanza, inoltre, ha disposto anche la chiusura di tre attività commerciali: bar e ristoranti tra Torino, Alpignano e Bardonecchia.

La «Locale» di San Mauro

L’attività di inchiesta svolta dai carabinieri di Torino risale al periodo compreso tra settembre 2016 e ottobre dello scorso anno. Le indagini hanno quindi permesso di accertare come Giuseppe Ursino, uno dei due arrestati nel corso dell’operazione Bardo, sia un «elemento organico alla ‘ndrangheta torinese» guidata dalla famiglia Crea che portava avanti un’organizzazione sgominata proprio con l’operazione Big Bang del gennaio di due anni fa. Il suo ruolo è da riferire ad un’articolazione territoriale ben precisa, quella della «Locale di San Mauro», guidata proprio dai Crea e che esercita il proprio potere anche attraverso estorsioni e fittizia intestazione a soggetti terzi di attività commerciali.

Una testa di maiale ad un imprenditore

E il lungo percorso degli investigatori, con i risultati appena ottenuti, riporta la mente a quando un imprenditore di strada del Cascinotto, ai confini tra San Mauro e Torino, si era visto recapitare a una scatola con una testa di maiale all’interno. Un atto intimidatorio che già allora aveva lasciato intravedere l’ombra della ‘ndrangheta anche in città. Ora che ci sono le prime conferme e che gli investigatori non è da escludere che il lavoro degli inquirenti potrà proseguire con particolare attenzione al nostro territorio, già purtroppo protagonista di gravissimi episodi tutti ricondotti alla mano della ‘ndrangheta e delle locali. A cui, appunto, oggi si aggiunge quella di San Mauro. Attiva chissà da quanto.

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