Obbliga la moglie a prostituirsi, indagano i carabinieri

La donna, che prima abitava con il marito a Rondissone, ora è stata allontanata. 

Obbliga la moglie a prostituirsi, indagano i carabinieri
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Obbliga la moglie a prostituirsi, indagano i carabinieri della Compagnia di Chivasso. La donna, che prima abitava con il marito a Rondissone, ora è stata allontanata.

Obbliga la moglie a prostituirsi

Quando, affrontando le tematiche della violenza contro le donne, si pensa di aver toccato il fondo, si scopre che c’è qualcuno, anche qui, accanto a noi, nel civilissimo Chivassese, che ha aggiunto un proprio personale tassello al degrado morale. Questa è la storia di Farida (la chiameremo così, con un nome di fantasia), una quarantenne marocchina che ha come unica colpa l’aver deciso di dividere la propria vita con un ex carabiniere cinquantenne di Rondissone, residente in un appartamento a pochi passi dal centro storico.

La scoperta

Ad un certo punto del dramma, sembra durante una visita al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, i medici l’avrebbero trovata in stato di denutrizione e talmente «malmessa» da spingerli a chiedere l’immediato intervento del Ciss.
Gli assistenti sociali avrebbero quindi preso i primi contatti con la donna, trasmettendo poi tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Ivrea, per i successivi inevitabili accertamenti.
Secondo una prima ricostruzione, ancora da accertare nei dettagli, l’ex carabiniere, con seri problemi economici, avrebbe sequestrato i documenti di Farida, per poi arrivare a costringerla a prostituirsi.
Inutile aggiungere che tutti i soldi sarebbero poi finiti nelle sue tasche, circostanza che corre sul limite tra le ipotesi di reato di «sfruttamento della prostituzione» e «riduzione in schiavitù».

La donna è stata allontanata

La palla è quindi passata ai carabinieri della Compagnia di Chivasso, che prese tutte le precauzioni hanno effettuato un primo sopralluogo nell’abitazione di Rondissone (definita dai vicini al limite della fatiscenza, sporca e senza nemmeno del cibo disponibile) accompagnando poi Farida in una struttura protetta.
Nei prossimi giorni è possibile che la donna sia sentita dagli inquirenti, in modo da poter definire meglio i dettagli di una vicenda definita comunque «atroce».

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