Racket dei banchi al mercato IL VIDEO

Quindici marocchini lavoravano in nero per montanare e smontare le bancarelle. 

Pubblicato:
Aggiornato:

Racket dei banchi al mercato di Porta Palazzo di Torino. Quindici marocchini lavoravano in nero per montanare e smontare le bancarelle.

Racket dei banchi al mercato

Quindici cittadini di nazionalità marocchina svolgevano mansioni di facchinaggio nell’area mercatale di Porta Palazzo. Assistiti dal loro legale, hanno presentato alla Procura, alla Polizia ed al Commissariato un esposto nei confronti di due fratelli. Anch’essi di nazionalità marocchina ed anch’essi “carrettisti”, ovvero addetti allo smontaggio e montaggio dei banchi del settore ortofrutticolo del mercato di Piazza della Repubblica.

Il lavoro nero

Tutti hanno confermato di svolgere di fatto e da diversi anni attività di facchinaggio. Si tratta di montaggio e smontaggio degli stalli del settore ortofrutta. Lavoro che svolgevano senza alcun contratto di lavoro o di formale appalto, percependo compensi in denaro. Naturalmente in contante, senza il rilascio di alcuna fattura o ricevuta fiscale. Le indagini hanno confermato che lo smontaggio e rimontaggio dei banchi veniva svolto senza contratto e con un corrispettivo in denaro contante ogni fine settimana: 30 euro a settimana per ogni singolo banco. Un volume di affari “in nero” decisamente rilevante, atteso che sulla sezione ortofrutta di Porta Palazzo insistono circa 260 banchi.

L'arrivo di un nuovo operatore

Come è emerso dalle indagini, fino a pochi anni fa sulla Piazza vigeva un clima di reciproco rispetto tra i vari “carrettisti” abusivi, i quali avevano evidentemente raggiunto un tacito illecito accordo finalizzato alla lucrosa spartizione dei proventi derivanti dall’attività in questione, basata sull’elusione di tutti gli adempimenti fiscali, contributivi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro. L’affacciarsi sul mercato di un nuovo operatore aggressivo ha, pertanto, determinato inevitabili frizioni, culminate in numerosi e violenti scontri fisici tra le due opposte fazioni, talvolta avvenuti durante la piena operatività del mercato, con serio pericolo per l’incolumità dei clienti e degli esercenti di Piazza della Repubblica.

Le tensioni

Il clima di tensione creatosi ha, quindi, avuto inevitabili ripercussioni sulla serena e regolare attività dei commercianti dell’ortofrutta. La situazione creatasi ha condizionato i commercianti anche nella scelta dei facchini da deputare alle mansioni di montaggio e smontaggio. Dalle indagini, è emerso come non era possibile scegliere persone diverse da quelle già operanti sulla Piazza nel timore fondato di ritorsioni sulle attività quali, ad esempio, atti vandalici sui mezzi e sui banchi utilizzati dai commercianti.

L'esposto

A suffragare il quadro già preoccupante relativo al clima intimidatorio ed estorsivo emerso dalle indagini svolte si è aggiunto, durante lo scorso mese di gennaio, un esposto presentato da un componente della Commissione Tecnica Comunale - Settore Commercio che confermava il quadro di illegalità radicata e diffusa nonché la presenza di due opposte fazioni di addetti al facchinaggio che genera timore nei commercianti e costituiva intralcio al regolare svolgimento dell’attività di carico e scarico merce, oltre a violare in più punti lo stesso regolamento comunale.

Gli arersti

L’attività investigativa ha permesso di contestare ad alcuni cittadini marocchini 7 tentativi di estorsione ai danni dei commercianti del mercato ortofrutticolo di Porta Palazzo. Pertanto è stata data esecuzione a 3 arresti:

  1. QAHIR Khalil ed Abdelmajid, fratelli, rispettivamente di 33 e 28 anni;
  2. MABCHOUR Mohamed (Chou Chou), 59 anni.

Contestualmente è stato effettuato il sequestro preventivo dei carrettini in ferro di loro proprietà. Quelli cioè che utilizzavano per lo smontaggio e montaggio dei banchi. Erano vetusti e privi di ogni requisito di sicurezza e di identificazione.

Seguici sui nostri canali