Sequestrato e pestato a sangue per pochi euro

Nel mirino dei malviventi, il presidente della Pro Loco gassinese.

Sequestrato e pestato a sangue per pochi euro
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Sequestrato e pestato a sangue per pochi euro. Nel mirino dei malviventi, il presidente della Pro Loco gassinese.

Sequestrato e pestato a sangue per pochi euro

Pestato senza pietà per portargli via gli affetti più cari: la fede nuziale, i documenti, il cellulare e i soldi che aveva con se.
Una brutta avventura per il presidente della Pro Loco gassinese, Guido Savio, persona conosciuta e apprezzata da tutti. Sono tanti in questi i giorni i messaggi di apprensione e la preoccupazione per quanto è successo, ma lui, dal letto di ospedale, tranquillizza: «Me la sono vista brutta, è vero, ma a detta dei medici sono stato “fortunato”. Adesso, a mente lucida, penso: per alcune brutte persone, ce ne sono tante altre che si sono presi cura di me, che mi stanno aiutando. Insomma, è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, la cattiveria esiste, ma ci sono anche tante belle persone».

La vicenda

E’ martedì sera quando Savio, alla guida di una delle più attive realtà locali, si reca al parcheggio del supermercato di corso Romania. «Ho preso la macchina e ho imboccato corso Giulio Cesare - racconta -. A un certo punto, una persona si butta davanti la macchina, non capisco subito se l’ho colpito, se sta scappando, cosa sta accadendo». In realtà, quella figura è soltanto una “distrazione” per indurre il malcapitato automobilista a fermarsi, consentendo a un complice di infilarsi in macchina. «Mentre cerco di riaccendere il motore che, per lo spavento ho fatto spegnere, mi è salita in macchina un’altra persona - prosegue -. Mi minaccia, tira fuori un coltello e me lo punta contro, intimandomi di ripartire, di andare dove mi avrebbe detto lui».
Inutile proporgli di lasciarlo andare in cambio del denaro che aveva con se, irremovibile il malvivente, che comincia a farsi portare in giro per le strade di Barriera di Milano, arrivando poi nei pressi del Cimitero Monumentale, in una delle stradine al buio della zona. «Mi ha fatto fermare, scendere dalla macchina. Lì, ad attenderci un’altra persona che, tuttavia, non faccio tempo a mettere a fuoco, non riesco a distinguerla: cominciano a picchiarmi». Calci e pugni, minacce e la richiesta violenta di consegnarli tutto quello che ha di valore. Poi partono, lasciando il malcapitato insanguinante e senza telefono per chiedere aiuto. «Sono riuscito a fermare un’automobilista, avevo male ovunque, le ossa rotte, perdevo sangue - ricorda -. Abbiamo chiamato i carabinieri e l’ambulanza, arrivati entro pochi minuti, ma ormai dei malviventi non c’era più traccia».

Indagini in corso

Una vicenda che ha fatto scattare la caccia all’uomo. Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di via Catania, a Torino. Le minacce ricevute dai malviventi non hanno intimorito la vittima che ha immediatamente denunciato l’accaduto. I militari sono al vaglio di ogni dettaglio utile a risalire agli aggressori.
Il presidente dell’associazione, intanto, si è sottoposto al primo intervento chirurgico per la frattura al setto nasale, ma sono diverse le ferite e le fratture riportate a seguito dell’aggressione. La prognosi è di 30 giorni.
«E’ stata una brutta esperienza - commenta -. Ho avuto paura, ma al tempo stesso mi ha permesso di riflettere molto. Da questo episodio, estremamente negativo, ho avuto modo di vedere come si attiva una rete di collaborazione e di solidarietà. Ho incontrato tante belle persone che mi stanno aiutando, giorno dopo giorno, così come tante altre mi stanno dimostrando un affetto che non mi aspettavo».

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