Sindaco Appendino indagata per il Salone del Libro

L'accusa è concorso peculato per la consulenza affidata al suo ex portavoce Luca Pasquaretta.

Sindaco Appendino indagata per il Salone del Libro
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Sindaco Appendino indagata per il Salone del Libro . L’accusa nei confronti di Chiara Appendino è concorso peculato e si fa riferimento alla consulenza da 5 mila euro affidata dal Salone del Libro al suo ex portavoce Luca Pasquaretta.

Sindaco Appendino indagata

Sindaco Appendino indagata per concorso in peculato. E' stata lei stessa ieri, sabato 15 giugno a darne notizia sui social.  “Per trasparenza nei confronti dei cittadini - scrive - vorrei rendere noto che ho ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro al mio ex capo ufficio stampa per un valore di 5 mila euro lordi e che lui già restituì a suo tempo”.

L'accusa

Per i pm Appendino avrebbe “concorso” con Pasquaretta al reato di peculato, “poiché la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, - scrive la prima cittadina - con il mio “accordo”. Quando, alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro, circolò sui giornali questa ipotesi (quella della consulenza “fantasma” a Pasquaretta)  risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione, quella consulenza venne comunque affidata dalla Fondazione”.

La consulenza

E secondo gli inquirenti, quella “consulenza non fu poi svolta dall’interessato e, per questo, viene ipotizzato il reato di peculato. Spetterà a lui difendersi - sottolinea Appendino - e eventualmente ai giudici stabilire chi ha ragione”. Anche Chiara Appendino dovrà difendersi dall’accusa di aver “concorso” affinché quella consulenza “fantasma” da 5 mila euro fosse affidata, “accordando” che venisse concessa al suo ex  addetto stampa Pasquaretta.

Il commento

“Sono tranquilla e, quando in settimana verrò ascoltata dai pm - annuncia Appendino -, offrirò loro tutti gli elementi in mio possesso e di mia conoscenza per difendermi da questa ipotesi e provare la correttezza del mio operato”.

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